Testo di: Alessandra Bucci
Solo un mese e mezzo fa Hoogerheide accoglieva quasi 50.000 spettatori per incoronare i campioni del ciclocross. Il pubblico e l'atmosfera erano da stadio, quelle immagini di puro amore per lo sport del ciclismo sono ancora fresche nella nostra memoria. Quel giorno, Shirin Van Anrooij, 21 anni, venne incoronata campionessa del mondo di ciclocross tra le under 23, Mathieu van der Poel incoronato nuovo campione del mondo - per la quinta volta! Entrambi olandesi e entrambi tecnicamente forti sia su strada che su un terreno fangoso come quello di una gara di ciclocross.
Ieri a Cittiglio, alla 47a edizione del Trofeo Alfredo Binda, Van Anrooij ha conquistato la sua prima vittoria tra le elite con un’impresa da vera campionessa: un’azione in solitaria negli ultimi 25 km, ripetendo la mossa che fece due anni fa Elisa Longo Borghini, quest'anno purtroppo ferma a causa del Covid.
La Trek- Segafredo ha dimostrato ancora una volta un forte spirito di squadra, vincendo la classica varesina per il terzo anno consecutivo. Il team americano ha potuto contare sull'astro nascente del ciclismo italiano, Gaia Realini, la quale ha lavorato sodo e incredibilmente bene per la sua squadra, riuscendo a spaccare il gruppo e ad agevolare il lavoro delle sue compagne. I piani iniziali erano quelli di movimentare la corsa e giocarsela in una volata finale con Elisa Balsamo, ma é stata proprio Elisa ad incoraggiare la giovane Van Anrooij a provare l'attacco.
«Mi sono letteralmente buttata nella discesa e ho cercato di sfruttare la mia esperienza nel ciclocross per guadagnare una decina di secondi di vantaggio, da quel momento non mi sono più girata indietro perché sapevo che il gruppo avrebbe impiegato un attimo per riprendermi. Per la mia squadra era la situazione perfetta: essendo io davanti non dovevano tirare, ma dietro avevamo comunque la carta Balsamo per la volata. Credevo mi avrebbero ripreso, ma mi sentivo bene, quando alla radio mi hanno detto che in gruppo erano una quindicina e che Lorena Wiebes si era staccata, ho iniziato a crederci. È stato tutto pazzesco, la mia squadra è stata pazzesca» ha specificato Shirin, specificando l'importanza della fiducia che nutre per ogni sua compagna di squadra.
Immagine: Getty
Con le ripetute salite impegnative, il Trofeo Alfredo Binda era una delle corse più difficili da prevedere, dai molteplici esiti possibili. Quest'anno la corsa era anche leggermente più lunga e con meno salite, il che suggeriva la possibilità di vittoria per una delle squadre in grado di controllare la corsa.
«Correre fra le élite è diverso dal farlo fra le U23 - dice la Van Anrooij – ma per me non cambia nulla rispetto al cross. Ho dimostrato che le due discipline possono convivere e non l’ho fatto solo io. Ieri Van der Poel ha vinto la Milano-Sanremo, conferma migliore non poteva esserci. Devo cominciare a credere di più in me stessa anche nelle corse su strada, sono sbalordita di quello che oggi ho saputo fare».
Il talento olandese continuerà a stupirci, ne siamo certi. Secondo quanto ammesso da lei stessa, voleva utilizzare questa gara per essere in perfetta forma in vista del Giro delle Fiandre. E allora, godiamoci lo spettacolo.
Ci sarà da divertirsi.