Introspezione - Rouleur Italia n. 15

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Nel numero 15 di Rouleur Italia, affrontiamo il concetto di anima perché per me, il ciclismo, più di ogni altro sport, è anima.

Credo che noi ciclisti abbiamo le seguenti cose in comune: amiamo muoverci da un punto A a un punto B e questo viaggio che compiamo è tanto importante quanto la destinazione; abbiamo l’urgenza di conoscere il mondo, perché grazie al ciclismo possiamo arrivare ovunque; amiamo la sensazione primordiale di emancipazione e di libertà che il ciclismo ci regala; ci piace muoverci a una velocità superiore a quella della corsa, ma inferiore a quella dell’automobile, una velocità abbastanza elevata da essere esaltante ma, al contempo, abbastanza lenta da permettere di ammirare il mondo; adoriamo il paesaggio, gli alberi, i panorami, il sole e la strada; apprezziamo il fatto che quando pedaliamo, i nostri sensi sono vivi: ogni viaggio in bicicletta porta con sè dei panorami, dei suoni, degli odori, delle sensazioni e persino, se pensiamo alla sosta obbligatoria a metà percorso per un caffè e una torta, dei sapori. Ci sono altri legami che ci uniscono, ma già questi da soli bastano a scuotere l’anima di un ciclista.

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Il ciclismo è un’attività trasformativa e trascendente. Nelle nostre edizioni precedenti sul Corpo e sulla Mente abbiamo esplorato l’atto fisico di andare in bicicletta e abbiamo esaminato i modi in cui il ciclismo può ampliare i nostri orizzonti ed istruirci. Un viaggio in bicicletta è sia un’attività fisica che mentale. Dobbiamo stare in equilibrio sulla bicicletta e spingere i pedali con le gambe, attraverso quest’azione meccanica della pedalata, ci muoviamo in avanti, da A a B. Simultaneamente usiamo la nostra mente per tracciare un percorso, per decidere quale strada prendere, per pensare e riflettere; usiamo il nostro spazio mentale per dimenticare lo stress quotidiano. Ma un viaggio in bicicletta è anche un’emozione: pedalando proviamo piacere, appagamento e felicità. Per alcuni, ciò deriva dalla musica, dalla lettura, dalla meditazione, dal giardinaggio o da centinaia di altre attività; per me e per voi, invece, questo avviene in sella ad una bici.

Il compito di redigere questa rivista è stato quindi il più facile e il più difficile che ho avuto finora come redattore. Da un lato, ho riletto ogni singola edizione di Rouleur, rendendomi conto che in tutte queste edizioni non abbiamo mai pubblicato un solo articolo che non affrontasse il concetto di “anima”. Dall'altro, abbiamo dovuto restringere le nostre opzioni in modo che il tema risultasse chiaro.

Sono lieto di poter dire che i nostri collaboratori hanno proposto dei pezzi davvero avvincenti che mi hanno insegnato cose nuove, mi hanno fatto riflettere, hanno suscitato in me reazioni e mi hanno fatto emozionare.

In altre parole: questa rivista ha un’anima.

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Immagine di copertina: Pauline Ballet

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